23/13
Una matriarca repressa e circostanze tristemente esagerate – un preoccupante terremoto, debiti schiaccianti, un ex marito morente, una collega arrabbiata e la fidanzata di suo figlio – la portano sull’orlo del baratro. Il titolo « Hamon » è una parola giapponese standard che letteralmente significa « increspatura » e, metaforicamente, gli effetti che ognuno di noi ha sugli altri. Ciò è sottolineato più volte in questo film con scene in cui i personaggi principali – moglie, marito, figlio, ecc. – stanno in piedi in un lago poco profondo e le onde che emanano da un personaggio si diffondono nel solito schema circolare per raggiungere gli altri. Una visualizzazione abbastanza interessante delle relazioni interpersonali, ma nulla che non possa essere applicato a qualsiasi film che coinvolga persone. O, in effetti, qualsiasi organismo vivente. Il ciclo del film segue la difficile situazione di una casalinga giapponese che deve affrontare la scomparsa improvvisa di suo marito, la morte del padre di detto marito, il suo unico figlio che scappa all’università, poi una carriera il più lontano possibile senza lasciare il Giappone (beh, tranne Okinawa), e poi la ricomparsa di detto marito spendaccione. Tra le altre cose. Ha una buona dose di umorismo, una buona dose di bagni, qualche scena imbarazzante con una fidanzata sorda che viene portata a casa dal figlio senza alcun preavviso. Penso che valesse la pena guardarlo anche prima della scena finale, che è stata sorprendente, emozionante, stimolante, in realtà piuttosto bella. Ole!